lunedì 12 marzo 2018

Socrate



Molta ostilità verso la filosofia, la si può apprendere in una delle commedie di Aristofane, ossia "Le nuvole".
Nella commedia proposta, Socrate viene presentato quale un personaggio STRANO, che si dedica a ricerche inutili e che filosofeggia proprio come i sofisti di ultima generazione.
Per comprendere al meglio Socrate ed il suo "mondo", è bene riflettere sulla totalità del suo personaggio, osservando attentamente il suo carattere e le sue qualità morali.
Questa coincidenza fa di Socrate il filosofo per eccellenza, mentre del socratismo l' emblema di quella abbondante sete di verità che connota la filosofia in ogni tempo.

Socrate non scrisse nulla, ma abbiamo molte testimonianze indirette. Tra queste vi sono quelle di Platone, nelle quali sono esposte nel dettaglio le idee e la personalità di Socrate.
Troviamo la figura di Socrate, visto come un uomo fuori dall' ordinario,  anche negli scritti di Antistene, Senofonte ed Eschine. I loro scritti sono detti "Discorsi socratici", le notizie presenti all' interno raccolgono i pensieri e la vita di Socrate.
Nella "Metafisica" di Aristofane, sono incluse brevi considerazioni riguardanti Socrate,  presentandolo quale "scopritore del concetto" e teorico della "virtù come scienza".

La morte di Socrate, avvenuta nell' Atene Classica del  399 a.C, può essere contemplata come atto finale e drammatico coronamento di una vita all' insegna del rigore morale e del perfezionamento interiore.

Socrate, rispetto a tutti gli altri uomini, è il più saggio, dato che sa di non sapere. Gli altri, infatti, non hanno questa consapevolezza e spesso si vantano di sapere ogni cosa, anche se magari  in realtà non sanno nulla.
 Probabilmente Socrate è stato condannato anche per la sua incalzante modalità di pungolare incessantemente gli uomini, obbligandoli così a dubitare delle loro sicurezze.

Socrate metteva in crisi quelli con cui dialogava, insinuando in quest' ultimi il dubbio, cioè a doversi sempre chiedere "che cosa è ciò?", "perché questo?".
Socrate insegnava a non accettare mai giudizi o idee senza prima essersi chiesi a lungo, sul loro significato.
Socrate non formulò mai concetti universali, ma anzi il suo scopo era:
-dimostrare che quelli che si consideravano sapienti, in realtà non lo erano
-giungere ad una definizione soddisfacente del tema trattato, così da far condividere ogni ascoltatore

Il metodo di socrate era costituito da 2 momenti basilari, ovvero
⇨ IRONIA= fase critica e negativa => riduzione all' assurdo delle tesi dell' avversario, in modo da farlo rendere consapevole della propria ignoranza
⇨ MAIEUTICA= fase costruttiva e positiva => arte di far partorire agli ascoltatori la verità, grazie ad un esame interiore
prende spunto dalla madre che era ostetrica, la quale faceva nascere i bambini 

Secondo Socrate, il suo compito era quello di invitare a ragionare, consisteva infatti in un particolare tipo di conoscenza che si conseguiva nell' interiorità della propria anima e che come obiettivo, dirigeva alla consapevolezza di se stessi e dei propri limiti.
Di fatti, Socrate vede il suo ruolo come uno strumento per aiutare gli altri a riflettere e a trovare una soluzione ai problemi. Questo ci mostra un lato OTTIMISTA di Socrate. Il socialismo, viene perciò inteso come uno stimolo. Uno stimolo a non lasciare mai la ricerca, ma anzi ad approfondirla ed ad accrescere sempre di più. 

Il filosofo, è convinto che le singole virtù, o conoscenze, non bastino per realizzare una vita soddisfacente, ma che invece sia necessario arrivare ad una visione unitaria della virtù
Quest' ultima la troviamo nella stessa filosofia. 

Secondo Socrate, la virtù è conoscenza: essa infatti coincide con la scienza del bene e del male. 
Di conseguenza il bene è il risultato che un' attenta analisi razionale della situazione ci fa comprendere. Questa posizione, o "status", di Socrate, viene spesso classificata con la formula "intellettualismo etico". 

Per Socrate, la "psiche" diventa la vita interiore, cioè l' ANIMA. Secondo Socrate, l' anima è la dimensione più profonda dell' uomo, di fatti guardando nell' anima l' uomo scopre ciò che è veramente bene fare. Questo è proprio il significato del motto "conosci te stesso", iscritto sul tempio di Apollo a  Delfi, che il filosofo assume come emblema della propria filosofia. 

Si dice che Socrate sentisse nella sua anima la voce di un demone, che durante i momenti decisivi della sua vita, lo metteva in guardia da quello che doveva evitare, proprio come si legge nell' Apologia (scritta da Platone). I critici sostengono che il demone socratico sia la voce della coscienza etica e civile dell' uomo, una guida interiore trascendente e divina.



Socrate quindi vede l' anima, come ciò che qualifica l' uomo. Secondo la conclusione socratica, il vero male non è la morte del corpo bensì la morte dell' anima. 





















































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