lunedì 29 gennaio 2018

Prodigo, Ippia ed Antifonte

Il tema del linguaggio è anche il centro dell' indagine di sofisti come Prodico, Ippia ed Antifone. Questo' ultimi sono antecedenti Protagora e Gorgia.

Protagora sviluppa l' arte dei sinonimi e vede il mondo umano come il frutto della cultura e del processo simbolico, con il quale l' uomo dà il significato alle cose.

E' spesso ricordato il famoso dibattito creato tra Ippia ed Antifonte.
Quest' ultimi hanno creato il dibattito, in merito  alle leggi naturali rispetto a quelle positive.
Quest' ultime sono viste come antagoniste dei diritti principali che la natura riconosce ad ognuno.

Gli epigoni della sofistica operano una trasformazione, ossia un cambiamento, della retorica in "eristica".
L' eristica è l'arte di battagliare con le parole per affermare il punto di vista del più forte.
Sotto questa luce il linguaggio viene trattato come uno strumento di potere svincolato da ogni valore morale. 


Gorgia





Gorgia, al contrario di Protagora, nega sia l' opportunità di conoscere, in modo oggettivo, la realtà; ma anche la stessa esistenza dell' essere, di ogni criterio di giudizio e della verità.


Quindi il filosofo Gorgia, si può notare che, diversamente dal precedente Protagora, sostiene una forma di scetticismo metafisico, appunto.
Di fatti, secondo Gorgia, l' essere può non essere, può non essere conoscibile (INCONOSCIBILE), e può anche non essere esprimibile (INESPRIMIBILE).
Inoltre Gorgia sostiene che non esiste alcun criterio di verità oggettivo, perciò la parola ha potere assoluto   e l' esistenza è una dimensione irrazionale e alquanto misteriosa.

Protagora





Protagora è la figura di maggior spicco dei "Sofisti".
Quest' ultimo ritiene che "l' uomo è la misura di tutte le cose", ciò va a significare che secondo  Protagora non esiste una verità, che sia assoluta, per tutti.
Nel contempo pero, Protagora, riconosce la validità dell' utile, cioè di un unico criterio di giudizio.
Possiamo comprendere meglio questo, notando che per questo filosofo, è importante che ogni uomo trovi il consenso su quello che è bene ed è utile per la comunità, trattando come proprietà il benessere che si vive all' interno della polis.


Ricapitolando perciò, Protagora sostiene il relativismo, sia dal punto di vista morale che culturale.
Secondo il filosofo, ogni legge, credenza, valore e costume possiede una validità relativa al contesto storico-culturale, nella quale si sono creati.
Inoltre per Protagora, l' utile è l' unico e solo criterio per comprendere al meglio la verità, mentre la parola è lo strumento utilizzato per il consenso.

mercoledì 3 gennaio 2018

I sofisti

I sofisti possiamo considerarli quali i primi docenti privati, nel corso della storia.
Grazie ai sofisti, l' insegnamento diventa un mestiere.
Le opere dei sofisti non ci sono però rinvenute, dato che non vennero trascritte e/o conservate: un esempio sono le opere dei sofisti del V secolo, infatti  di quest' ultime sono giunte fino a noi solo poche frammentazioni.
I maggior esponenti sono
-Protagora
-Gorgia
-Prodico➥ successore di Gorgia e Protagora
-Ippia➥ successore di Gorgia e Protagora
-Antifonte➥ successore di Gorgia e Protagora

I sofisti sono "nati" nell' Atene del V secolo. Quest' ultimi possedevano libertà di spirito e l' attitudine ad utilizzare, anche in modo spregiudicato, la ragione in ogni ambito.
Il loro obiettivo è il "sapere", quale unica base della virtù.
Con il termine "virtù" si intende la capacità di vivere in una società.
I sofisti si occupano perciò di formare i giovani, così da renderli idonei ai nuovi bisogni sociali.
Il loro ruolo è quello di offrire ai giovani un "sapere", che miri al successo ed alla rinascita personale.



martedì 2 gennaio 2018

Ippocrate

Ippocrate nasce a Cos nel 460 a.C e muore intorno al 370 a.C
Quest' ultimo fu il medico più celebre del suo periodo e fondò la scuola medica di Cos.
 Si dedicò  poi ad insegnare  medicina in Tessaglia ed ad Atene.
Tra i testi più vicini alla scuola di Cos, ricordiamo "Antica medicina", "Il male sacro", "Arie acque e luoghi", "Il prognostico", "Le epidemie".

L' importanza della scuola medica di Ippocrate risiede nel metodo che viene utilizzato per curare le malattie. Questo metodo consiste nell' assumere come punto da cui partire, l' analisi empirica, procedendo poi con un' attenta interpretazione razionale dei risultati ottenuti,  dall' osservazione.
La cosa che diversificava da tutte le altre, la scuola di Ippocrate, sta nel fatto che il medico doveva sempre tener conto della  totalità dell' organismo del paziente.
Un altro elemento di rilievo era la ricostruzione della storia passata del paziente, ossia l' anamnesi. Questo quindi  supponeva un rapporto confidenziale e dialogico tra medico e paziente.
La medicina ippocratica aveva un approccio complessivo e dialogico rispetto alla malattia.
Di fatti cercava di spiegare e di curare il singolo organo, all' interno di una visione unitaria dell' individuo, questo processo è chiamato prognosi.
La terapia era considerata anche come la prova della validità della diagnosi .
Il tutto si doveva svolgere all' interno di un rapporto interpersonale tranquillo, in una collaborazione tra medico e paziente; entrambi contro il male, il quale era considerato come il "comune nemico".


Democrito

Democrito nacque in Tracia, ad Abdera, nel 460 a.C.
Il filosofo compì lunghi viaggi soprattutto in Oriente, visitando ad esempio l' Asia Minore, l' Egitto e la Persia. Infine morì nella città natale (Abdera), nel 370 a.C

Il problema che viene trattato da Democrito è quello di trovare una soluzione al conflitto tra le dottrine del mutamento e quello della permanenza. Il filosofo quindi decide di affrontare la tematica elaborando una visione materialistica dell' universo, nella quale mutamento e permanenza sono tenuti insieme e conciliati.
Democrito sostiene che gli atomi sono gli elementi originali dell' universo.
Gli atomi sono tutti uguali, ma si diversificano per forma, dimensione e posizione.
Unendosi e separandosi, gli atomi determinano la nascita e la morte di ogni cosa.
Tali atomi , i quali sono un tutto pieno ed impenetrabile, si muovono nel vuoto , aggregandosi in maniera e forme differenti, dando così origine a tutte e altre cose.


La teoria di Democrito si caratterizza per il
-meccanicismo
-determinismo
-materialismo



Anassagora e le teoria dei semi





"Bisogna credere che in tutte le cose che si congiungono siano molte e svariate cose, e semi di tutte le cose aventi forme di ogni genere e colori e sapori."






Anassagora lo scienziato




Anassagora è nato a Clazomene intorno al 500 a.C, mentre nel 462 a.C si trasferì ad Atene.
Il filosofo  sosteneva che il sole fosse una semplice massa infuocata che ribolle, e per questa sua concezione fu cacciato da Atene e morì esiliato a Lampasso nel 428 a.C
Anassagora scrisse un per sin prosa, intitolata "Sulla natura". Di questo' ultima ci restano solo pochi frammenti.
Diversamente rispetto agli altri filosofi, Anassagora trattava i fenomeni come effetti di cause naturali.
Possiamo perciò definire il metodo di Anassagora, come una nuova mentalità (almeno per l' epoca), che si basava oltre che sul ragionamento anche sull' osservazione diretta.

"Quando un enorme pietra cadde dal cielo su Egospotami, mentre gli abitanti del Chersoneso presero a venerarla, si dice che Anassagora sostenne che essa provenisse da uno dei corpi celesti sui quali si era verificata una frana o un terremoto, così che era stata divelta ed era precipitata."


Anassagora possiede una percezione delle dimensioni e della configurazione dell' universo più avanzata rispetto ai suoi predecessori. Questo si può notare anche dal fatto che Anassagora affermava che il sole appare piccolo dato che è molto lontano da noi, ma in realtà è più vasto del Peloponneso.
Inoltre il filosofo riteneva che il sole ruotasse attorno alla Terra, in contraddizione alla tradizione mitica,  secondo cui il sole trovava il suo sonno notturno dietro ai monti.
Sosteneva anche che il sole, la Terra e le stelle sono della stessa natura della Terra e che la luna, proprio come la Terra, è attraversata da valli e pianure.

lunedì 1 gennaio 2018

Empedocle

Nel poema sulla natura Empedocle descrive la nascita dell'universo a partire dalla situazione originaria di una totalità indifferenziata, lo sfero, in cui si mescolano e confondono il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria che rappresentano le "quattro radici", ossia  i quattro elementi primordiali.

Quest' ultimi sono eterni, immutabili, quindi non possono cambiare,   ed uguali a se stessi. 
Tutti possono essere divisi in parti più piccole, il fatto è che ogni particella ottenuta conserverà sempre la stessa qualità che aveva inizialmente.
Il filosofo Empedocle ipotizza che vi siano due forze cosmiche, l'amore e l'odio
Le forze presiedono rispettivamente all'unione e alla separazione dei principi iniziali.
Mescolando o dividendo  le quattro radici, le forze determinano la generazione e la dissoluzione di qualsiasi cosa.
Secondo Empedocle la nascita e la morte, sono da attribuire alla mescolanza e alla separazione di elementi originari che rimangono qualitativamente uguali.
L'azione delle forze cosmiche non si ferma mai, ed è in continua trasformazione ed evoluzione.  

Per concludere possiamo dire che l'esistenza per Empedocle costituisce il momento intermedio, ovvero la tensione tra i due estremi, che sono amore  ed odio.





Zenone

Zenone (di Elea), discepolo di Parmenide, ha voluto dimostrare mediante argomenti  logici che tutti coloro che si fossero allontanati dall' insegnamento del filosofo Parmenide, sarebbero caduti in contraddizioni di tipo logico.
Zenone si opponeva ai pitagorici, cui sostenevano l' esistenza della molteplicità, ed ad Eraclito, il quale affermava l' esistenza del movimento.
Il metodo utilizzato da Zenone consisteva nell' ipotizzare la tesi dell' avversario, così da dimostrare le varie conseguenze paradossali. 

I paradossi di Zenone, sono ad esempio quello di "Achille dal piede veloce" e quello della "freccia".



Parmenide

Parmenide viene definito quale il "filosofo dell' unità e della stabilità".
Questo' ultimo visse ad Elea, dove scrisse "Sulla natura", ossia un poema in versi.
Nel proemio Parmenide immagina di essere trasportato da un carro trainato dalle Muse alle porte del Sole e di ricevere da una delle dee la rivelazione sulla verità,  che poi sarà suo compito riferire al mondo.
Secondo questo filosofo, l' essere è ed il non essere non esiste e non può neanche essere di conseguenza pensato.

"E' necessario il dire e il pensare che l' essere sia: infatti l' essere è, il nulla non è."

E' proprio con Parmenide che nasce l' ontologia, ovvero la scienza che studia l' essere in quanto essere e nelle sue caratteristiche universali.
Inoltre con Parmenide inizia anche l' attitudine a valutare con scrupolo ogni tesi e a sostenerla con argomentazioni razionali.
Il filosofo preferisce intendere "l' essere" come UNO, NECESSARIO, IMMOBILE, FINITO, OMOGENEO ed ETERNO.

ESSERE INGENERATO E IMPERITURO= ESSERE NON NASCE E NON MUORE
ESSERE ETERNO= ESSERE NON HA PASSATO NE' FUTURO
ESSERE IMMUTABILE E IMMOBILE= CONTAMINAZIONE TRA A E B, UNO DIFFERENTE
ESSERE FINITO= ESSERE SFERA OMOGENEA ED UGUALE A SE' STESSA


Con questo filosofo e la sua riflessione riguardanti le caratteristiche dell' essere, iniziano ad essere introdotti alcuni principi logici fondamentali, che sono:
-Principio di identità=> A=A=> l' essere è uguale a se stesso
-Principio di non contraddizione=> l' essere è e non può non essere
-Principio del terzo escluso=> l' essere o è o non è






















La Poetica aristotelica

Nella  Poetica  il filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) studiò la natura e il fine della creazione poetica. Nell’introduzione l’autor...