lunedì 19 marzo 2018

Il superamento del relativismo sofistico








Le idee ed il loro mondo, sono stati trattati a lungo dal filosofo Platone.

Quest' ultimo sostiene che le idee raffigurino la verità, cioè il metro di paragone delle cose.
Identificando la verità con l' idea, Platone elimina qualsiasi forma  possibile di  scetticismo e di relativismo, riuscendo ad ottenere così un punto di vista universale ed assoluto.
La dottrina di Platone fonda e giustifica, contemporaneamente, i concetti ed il linguaggio al di là di ogni dubbio. Ciò però crea alcune conseguenze, infatti gli uomini possono avanzare nella vita sociale e politica solo nella misura nella quale riescono a dialogare, confrontarsi ed infine a raggiungere un accordo. La base di questo compromesso è quella di costruire la vita civile; questo però ipotizza l' esistenza di principi validi per tutti.

La vita e le opere di Platone




Platone nasce in Grecia, ad Atene, nel 427 a.C.
 Il filosofo proviene da una famiglia nobile.
Il vero nome di Platone, sarebbe Aristocle, ma vista la robusta costituzione del filosofo, questo è stato soprannominato appunto "Platone", di fatti in greco "platys" vuol dire ampio.
Platone nel 408 a.C  conosce Socrate, di cui diventa amico e successivamente discepolo.
Il filosofo compie svariati viaggi, ad esempio a Siracusa (Sicilia).
Il primo viaggio di Platone a Siracusa, si ha nel 388 a.C. Tornato ad Atene nel 387, Platone fonda l' Accademia, un importante scuola filosofica destinata a "vivere" e ad essere considerata come la più importante istituzione culturale dell' antichità greca fino all' arrivo dell' imperatore Giustiniano, nel 529 d.C.
Il secondo viaggio di Platone a Siracusa, si realizza nel 367. Anche sta volta il filosofo cerca di ispirare  nel sovrano dell' epoca, cioè Dionigi il Giovane, una condotta che si basava sulla temperanza ed un programma  di riforme da attuarsi senza dover ricorrere alla violenza, ma nuovamente senza alcun successo.
Ormai vecchio, nel 361, il filosofo decide di compiere l' ultimo viaggio verso Siracusa, che però ancora una volta non ha l' esito tanto sperato.
Platone muore ad Atene, a circa 80 anni, nel 347 a.C.
Il filosofo ci lascia una possente eredità,  di fatti le sue opere ci testimoniano la sua grandezza nel campo della filosofia, documentandoci inoltre in merito ad un viaggio da lui intrapreso.
Quest' avventura ha un lato  umano ma nello steso tempo anche spirituale e letterario.
Il componimento che è giunto fino a noi, è formato da 13 lettere e 34 dialoghi ed è l' Apologia di Socrate. Questo' opera viene solitamente suddivisa in 3 parti o periodi, che sono:
-1 PERIODO = GIOVANILE O SOCRATICO = Platone segue l' insegnamento di Socrate, scrive di Protagora, Ippia ed il I libro della Repubblica
-2 PERIODO = DELLA MATURITÀ = Platone esprime la propria opinione, scrive di Gorgia, compone il Fedro, il Simposio e scrive dal III al X libro della Repubblica
-3 PERIODO = DELLA VECCHIAIA = Platone scrive di Parmenide e dei Sofisti, in questo periodo vi sono anche le Lettere VII e VIII

lunedì 12 marzo 2018

La teoria delle idee di Platone


Platone sostiene che esistono 2 piani dell' essere:
•il mondo dell' esperienza sensibile, imperfetto e mutevole
•il mondo delle idee, perfetto ed immutabile

La dottrina delle idee è il cardine di tutta la riflessione platonica.
Questa, infatti, consente di superare il relativismo e di individuare criteri assoluti ed incontrovertibili su cui poi fondare una conoscenza. Essa dev' essere certa ed oggettiva.
Le idee raffigurano il parametro eterno ed immutabile per poi giudicare la realtà.
Inoltre, le idee, diversamente dal pensiero umano,  hanno una propria esistenza, di fatti sono autonome.
Possiamo definire le "idee" come entità immutabili e perfette, vere e proprie sostanze ideali.
Quest' ultime sono poste in un mondo a noi per cosi dire "parallelo", in un altro mondo.
Quest' altro mondo, questo' altra dimensione, è detto "iperuranio". 
Il termine "iperuranio", come si può notare di origine greca, tradotto in italiano, vuol dire "al di là del cielo" o anche "al di sopra del cielo".
Questo significa che  le idee sono presenti "al di là delle cose sensibili".

Il filosofo raggruppa le idee, differenziandole in 3 grandi gruppi.
Quest' ultimi sono:
-VALORI = idee che si riferiscono ai valori dell' etica, dell' arte e della politica
-ENTI MATEMATICI = idee che corrispondono agli enti matematici universali
-OGGETTI NATURALI/ARTIFICIALI = idee degli oggetti naturali o artificiali

Secondo questa "riflessione", si può quindi affermare che l' universo ideale è ritenuto come una dimensione articolata ed organizzata in maniera gerarchica, al cui vertice troviamo "L' IEA DEL BENE".
Questo ideale, è la più perfetta tra le idee, se paragonata alla luce del sole.
Infatti, analogamente questa  è la causa della visibilità degli oggetti sensibili, proprio come l' idea del Bene è la fonte di tutte le conoscenze e della perfezione.

Il ruolo del mito in Platone

https://www.youtube.com/watch?v=q5EyOlqQEEE

Oltre al dialogo, una caratteristica peculiare di Platone nella sua esposizione della dottrina delle idee consiste nella reintroduzione, con la sua opera, del mito, quale forma di conoscenza tradizional-popolare che, cronologicamente, precedeva di molto la nascita della filosofia greca.
Platone ha un atteggiamento diversificato nei confronti del mito, che ritiene vada rivalutato in quanto utile, e anzi necessario, alla comprensione. Il mito va infatti inteso come esposizione di un pensiero ancora nella forma di racconto, quindi non come ragionamento puro e rigoroso. 
Esso ha una funzione allegorica e didascalica, presenta cioè una serie di concetti attraverso immagini che facilitano il significato di un discorso piuttosto complesso, cercando di renderne comprensibili i problemi, e creando nel lettore una nuova tensione intellettuale, un atteggiamento positivo nei confronti dello sviluppo della riflessione.
Il mito ha così una doppia funzione: da un lato è un semplice espediente didattico-espositivo di cui Platone fa uso per comunicare in maniera più accessibile e intuitiva le sue dottrine. Dall'altro è un mezzo per superare quei limiti oltre i quali l'indagine razionale non può andare, diventando un vero e proprio strumento di verità, una "via alternativa" al solo pensiero filosofico, grazie alla sua capacità di armonizzare unitariamente gli argomenti.
Il mito è il momento in cui Platone esprime la bellezza della verità filosofica, in cui questa si manifesta anche con immagini e figure sensibili, e di fronte alla quale i discorsi razionali risultano insufficienti.
L'unica forma di sapere che il filosofo non può mai accettare è la doxa, il mondo dell' opinione mutevole e transitoria.
I racconti mitici platonici toccano le questioni fondamentali dell'esistenza umana, come la morte, l'immortalità dell'anima, la conoscenza, l'origine del mondo, e le collegano strettamente ai temi e ai discorsi logico-critici, a cui il filosofo affida il compito di produrre una conoscenza ed una rappresentazione vere della realtà.

Platone





Platone viene considerato uno dei massimi filosofi greci
Nato ad Atene nel 428 o 427 a. C. morì nella sua stessa città natale nel 348 o 347.
Di nobile e agiata famiglia, studiò musica, pittura, letteratura e filosofia, divenendo poi all’età di circa venti anni discepolo di Socrate, rimanendo a fianco del maestro fino alla morte (399). 
Si recò poi a Megara presso il socratico Euclide, poi in Egitto, e a Cirene, visitando la Magna Grecia, la Sicilia, e Siracusa dove si recò ancora nel 366 e nel 361.
Tornato ad Atene, Platone fondò nel 387 la famosa “Accademia” alla quale dedicò la maggior parte del suo lavoro fino alla morte che lo colse nel 348-347 a. C.
Nei suoi dialoghi giovanili, nel Simposio e nei dialoghi più tardi viene illustrato il suo pensiero filosofico che segue una continua evoluzione e che porta per la prima volta all’analisi razionale del mondo sovrasensibile. 
Convinto della centralità e della forza del metodo dialogico, centro del suo pensiero filosofico sono le riflessioni sulla virtù, la scienza, la volontà, il bene, il male, il piacere, l’anima e il corpo, la morte.
A segnare la storia della filosofia sarà la platonica "dottrina delle idee", alla quale si accostano quelle dell' "anamnesi", o "reminiscenza", come strumento di conoscenza terrena delle idee, e l’idea della "metempsicosi" e immortalità dell'anima.
Testo di fondamentale importanza è La Repubblica, nel quale il filosofo presenta la sua tipologia di città-stato ideale, organizzata in tre classi (filosofi, guardiani e artigiani) secondo la tripartizione dell’anima in razionale, irrascibile, concupiscibile.
Sulle basi del suo pensiero affonda le radici la filosofia occidentale.

Socrate



Molta ostilità verso la filosofia, la si può apprendere in una delle commedie di Aristofane, ossia "Le nuvole".
Nella commedia proposta, Socrate viene presentato quale un personaggio STRANO, che si dedica a ricerche inutili e che filosofeggia proprio come i sofisti di ultima generazione.
Per comprendere al meglio Socrate ed il suo "mondo", è bene riflettere sulla totalità del suo personaggio, osservando attentamente il suo carattere e le sue qualità morali.
Questa coincidenza fa di Socrate il filosofo per eccellenza, mentre del socratismo l' emblema di quella abbondante sete di verità che connota la filosofia in ogni tempo.

Socrate non scrisse nulla, ma abbiamo molte testimonianze indirette. Tra queste vi sono quelle di Platone, nelle quali sono esposte nel dettaglio le idee e la personalità di Socrate.
Troviamo la figura di Socrate, visto come un uomo fuori dall' ordinario,  anche negli scritti di Antistene, Senofonte ed Eschine. I loro scritti sono detti "Discorsi socratici", le notizie presenti all' interno raccolgono i pensieri e la vita di Socrate.
Nella "Metafisica" di Aristofane, sono incluse brevi considerazioni riguardanti Socrate,  presentandolo quale "scopritore del concetto" e teorico della "virtù come scienza".

La morte di Socrate, avvenuta nell' Atene Classica del  399 a.C, può essere contemplata come atto finale e drammatico coronamento di una vita all' insegna del rigore morale e del perfezionamento interiore.

Socrate, rispetto a tutti gli altri uomini, è il più saggio, dato che sa di non sapere. Gli altri, infatti, non hanno questa consapevolezza e spesso si vantano di sapere ogni cosa, anche se magari  in realtà non sanno nulla.
 Probabilmente Socrate è stato condannato anche per la sua incalzante modalità di pungolare incessantemente gli uomini, obbligandoli così a dubitare delle loro sicurezze.

Socrate metteva in crisi quelli con cui dialogava, insinuando in quest' ultimi il dubbio, cioè a doversi sempre chiedere "che cosa è ciò?", "perché questo?".
Socrate insegnava a non accettare mai giudizi o idee senza prima essersi chiesi a lungo, sul loro significato.
Socrate non formulò mai concetti universali, ma anzi il suo scopo era:
-dimostrare che quelli che si consideravano sapienti, in realtà non lo erano
-giungere ad una definizione soddisfacente del tema trattato, così da far condividere ogni ascoltatore

Il metodo di socrate era costituito da 2 momenti basilari, ovvero
⇨ IRONIA= fase critica e negativa => riduzione all' assurdo delle tesi dell' avversario, in modo da farlo rendere consapevole della propria ignoranza
⇨ MAIEUTICA= fase costruttiva e positiva => arte di far partorire agli ascoltatori la verità, grazie ad un esame interiore
prende spunto dalla madre che era ostetrica, la quale faceva nascere i bambini 

Secondo Socrate, il suo compito era quello di invitare a ragionare, consisteva infatti in un particolare tipo di conoscenza che si conseguiva nell' interiorità della propria anima e che come obiettivo, dirigeva alla consapevolezza di se stessi e dei propri limiti.
Di fatti, Socrate vede il suo ruolo come uno strumento per aiutare gli altri a riflettere e a trovare una soluzione ai problemi. Questo ci mostra un lato OTTIMISTA di Socrate. Il socialismo, viene perciò inteso come uno stimolo. Uno stimolo a non lasciare mai la ricerca, ma anzi ad approfondirla ed ad accrescere sempre di più. 

Il filosofo, è convinto che le singole virtù, o conoscenze, non bastino per realizzare una vita soddisfacente, ma che invece sia necessario arrivare ad una visione unitaria della virtù
Quest' ultima la troviamo nella stessa filosofia. 

Secondo Socrate, la virtù è conoscenza: essa infatti coincide con la scienza del bene e del male. 
Di conseguenza il bene è il risultato che un' attenta analisi razionale della situazione ci fa comprendere. Questa posizione, o "status", di Socrate, viene spesso classificata con la formula "intellettualismo etico". 

Per Socrate, la "psiche" diventa la vita interiore, cioè l' ANIMA. Secondo Socrate, l' anima è la dimensione più profonda dell' uomo, di fatti guardando nell' anima l' uomo scopre ciò che è veramente bene fare. Questo è proprio il significato del motto "conosci te stesso", iscritto sul tempio di Apollo a  Delfi, che il filosofo assume come emblema della propria filosofia. 

Si dice che Socrate sentisse nella sua anima la voce di un demone, che durante i momenti decisivi della sua vita, lo metteva in guardia da quello che doveva evitare, proprio come si legge nell' Apologia (scritta da Platone). I critici sostengono che il demone socratico sia la voce della coscienza etica e civile dell' uomo, una guida interiore trascendente e divina.



Socrate quindi vede l' anima, come ciò che qualifica l' uomo. Secondo la conclusione socratica, il vero male non è la morte del corpo bensì la morte dell' anima. 





















































La Poetica aristotelica

Nella  Poetica  il filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) studiò la natura e il fine della creazione poetica. Nell’introduzione l’autor...